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La rete prova a “darsi una regolata”

Si fa sempre più strada la convinzione che sia necessaria una regolamentazione globale di Internet, a seguito degli ormai evidentissimi punti di conflitto tra la rete e la privacy personale. Non soltanto alcuni Governi hanno posto il tema, ma anche i CEO delle grandi aziende informatiche, come Satya Nadella di Microsoft o Tim Cook di Apple, che hanno sottolineato la mancanza di uno strumento come la normativa europea GDPR negli Stati Uniti, sottolineandone l’utilità e l’importanza.

Una nuova regolamentazione, attraverso il confronto

Di fatto un vero e proprio appoggio a nuove forme di regolamentazione trans-nazionali, che siano valide in diversi Paesi e diversi sistemi giuridici. Una richiesta di strategie condivise, per gestire la complessità di tanti fenomeni che ruotano intorno alla rete. 
La proposta avanzata dai CEO è di un dialogo tra legislatori, grandi aziende e referenti delle principali piattaforme social per disegnare insieme queste regole. Anche Mark Zuckerberg recentemente ha parlato della necessità di una collaborazione tra il potere legislativo dei vari Stati e le sue piattaforme, per scrivere insieme regole che siano al passo con i profondi cambiamenti sociali che queste hanno portato, intervenendo sull’individuazione e rimozione di contenuti dannosi e migliorando la tutela della privacy degli utenti.

Una scelta non del tutto disinteressata, ma comunque importante

Ovviamente la scelta delle aziende non deriva da pura filantropia, ma anche da una volontà di maggiore tutela nei loro riguardi, visti i problemi vissuti, per fare un esempio, proprio da Zuckerberg negli ultimi anni e che hanno portato a sanzioni che si vorrebbero evitare, come i 5 miliardi di dollari inflitti dalla Federal Trade Commission a Facebook. Non una scelta così disinteressata dunque, ma che comunque va nella direzione, molto importante, di una tutela che coinvolgerà in primo luogo gli utenti, i loro dati e i loro diritti.
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